Cessione del quinto: cosa succede se il datore trattiene la rata ma non la versa?

CESSIONE DEL QUINTO RATA NON VERSATA

 

Nella cessione del quinto, la rata viene trattenuta direttamente dallo stipendio del dipendente dal datore di lavoro e poi versata alla società finanziaria. Un meccanismo semplice in teoria, ma che può incepparsi in casi tutt’altro che rari: cosa succede se l’azienda trattiene la rata ma non la versa? Chi paga? Il dipendente rischia segnalazioni? È ancora possibile rinnovare il prestito?

Vediamo insieme tutte le risposte, con casi pratici e consigli utili per tutelarsi.


Cessione del quinto: chi è responsabile se il datore non versa le rate?

Se la rata è trattenuta in busta paga ma non viene versata alla finanziaria, la responsabilità è esclusivamente del datore di lavoro. Il dipendente ha già adempiuto alla sua parte: ha autorizzato la trattenuta e ha subito la decurtazione sullo stipendio.

La finanziaria non può pretendere la rata né interessi di mora dal dipendente, se quest’ultimo può dimostrare di aver avuto le trattenute.

Il datore di lavoro, una volta ricevuta la notifica della cessione, ha l’obbligo giuridico di trattenere la rata e versarla alla finanziaria, anche senza aver firmato l'atto di benestare, in base a quanto previsto dall’art. 1264 del Codice Civile. In caso contrario, può essere ritenuto inadempiente e, nei casi più gravi, denunciato per appropriazione indebita.


Cessione del quinto: cosa rischia il dipendente se il datore non versa le rate?

Anche se la colpa non è del lavoratore, il mancato versamento può causare gravi disagi:

  • Possibili segnalazioni nelle banche dati (CRIF, CTC, Experian), da contestare con documentazione alla mano; va però specificato che non tutti gli istituti segnalano le cessioni del quinto allo stesso modo: alcuni registrano solo la richiesta, altri anche l’andamento dei pagamenti, mentre altri ancora non effettuano alcuna segnalazione. Inoltre, in passato le cessioni non venivano segnalate, e ancora oggi la prassi può variare notevolmente da intermediario a intermediario.
  • Blocchi in caso di rinnovo della cessione del quinto;
  • Richieste della finanziaria di regolarizzare la posizione prima di accedere a nuovi prestiti, anche se gli insoluti sono causati dal datore. In alcuni casi può sollecitare direttamente il dipendente a chiarire la situazione o anticipare temporaneamente le somme mancanti.

Il dipendente è quindi la prima vittima, pur non avendo fatto nulla di sbagliato.


Rinnovo della cessione del quinto con rate non versate: cosa succede?

Supponiamo che un dipendente voglia rinnovare la sua cessione del quinto ma nel frattempo:

  • l’azienda ha trattenuto alcune rate senza versarle,
  • e il conteggio estintivo riporta degli insoluti.

A questo punto ha due strade:

1. Aspettare che l’azienda versi gli arretrati

È la via più corretta:

  • La finanziaria attende che l’azienda saldi le rate arretrate.
  • Il dipendente non anticipa nulla di tasca propria.

Ma c’è un problema: i tempi. Se l’azienda è lenta o non collabora, il rinnovo potrebbe restare bloccato per settimane o mesi.

2. Accollarsi temporaneamente gli insoluti per sbloccare il rinnovo

Alcune finanziarie permettono di procedere comunque:

  • Il dipendente anticipa le rate mancanti (che aveva già pagato con la trattenuta!).
  • Poi può rivalersi sull’azienda chiedendo il rimborso.

È una soluzione pratica ma non giusta. Va considerata solo in casi urgenti, tenendo conto che servirà una comunicazione scritta con riserva di rimborso e, se necessario, assistenza legale o sindacale.


Cosa può (e deve) fare il dipendente?

Per tutelarsi e non subire danni, il lavoratore deve agire con metodo e prove in mano:

  1. Controllare le buste paga per verificare che le trattenute siano effettive.
  2. Chiedere un estratto conto o controllare il documento di sintesi della finanziaria.
  3. Scrivere all’amministrazione dell’azienda, meglio via PEC o email, per chiedere spiegazioni e sollecitare i pagamenti.
  4. Informare la finanziaria, allegando le buste paga come prova.
  5. Conservare tutta la documentazione (buste paga, solleciti, email).
  6. Valutare un’azione legale per appropriazione indebita o recupero delle somme anticipate.

Il ruolo del datore di lavoro e del consulente paghe

Spesso, a creare il problema è il responsabile paghe o il consulente esterno dell’azienda che, per disattenzione o mancata formazione, dimentica o ritarda i versamenti.

In altri casi, purtroppo, alcune aziende trattengono le rate e posticipano il versamento per problemi di liquidità, agendo in modo scorretto e rischioso anche sotto il profilo penale.


Segnalazioni per mancato versamento della cessione del quinto: cosa dice la normativa?

La normativa è chiara: se la rata è trattenuta dal datore e non versata, la responsabilità è dell’azienda. La Banca d’Italia, nel resoconto della consultazione pubblica del 2014 sulla cessione del quinto, ha chiarito che in questi casi la segnalazione va effettuata a carico del soggetto inadempiente, cioè il datore di lavoro o soggetto interposto.

Tuttavia, nella prassi, è raro che ciò accada davvero. Molti intermediari evitano queste segnalazioni per non compromettere i rapporti con le aziende o per timore di contenziosi. Ciò non toglie che la segnalazione sia prevista dalla normativa vigente.

Le aziende devono quindi prestare molta attenzione: oggi forse la segnalazione non arriva, ma domani potrebbero trovarsi giustamente iscritte nelle banche dati come soggetti inadempienti, con tutte le conseguenze del caso.


Cosa rischia un'azienda che non versa le rate?

  • Segnalazione negativa in Centrale Rischi o CRIF, con danni alla reputazione finanziaria.
  • Azioni legali da parte della finanziaria per il recupero delle somme dovute.
  • Azioni legali o richieste risarcitorie da parte del dipendente.
  • Denuncia per appropriazione indebita se le rate sono state trattenute ma non versate.
  • Interventi ispettivi o sanzioni da parte degli enti di controllo.
  • Deterioramento dei rapporti con i dipendenti e rischio di vertenze sindacali.


Domande frequenti sulla cessione del quinto non versata dal datore

✅ Il mio datore di lavoro ha trattenuto la rata ma non l'ha versata: sono io a doverla pagare?
No, se la trattenuta risulta in busta paga, non sei tenuto a pagare nuovamente. La responsabilità è del datore di lavoro.
✅ La finanziaria può segnalarmi come cattivo pagatore anche se non è colpa mia?
In teoria no. In pratica può succedere: per questo è importante inviare subito le buste paga alla finanziaria per dimostrare che la trattenuta è avvenuta.
✅ Posso comunque rinnovare la cessione del quinto?
Sì, ma solo se gli insoluti vengono saldati. Può farlo l’azienda oppure, in casi urgenti, puoi anticiparli tu (con riserva di rimborso).
✅ La mia azienda può essere segnalata per mancato versamento?
Sì, la normativa lo prevede. Tuttavia, nella prassi, le segnalazioni sono rare. Ciò non toglie che l’azienda rischi conseguenze legali e reputazionali.
✅ Posso chiedere il rimborso delle rate anticipate?
Sì. Se hai pagato di tasca tua rate già trattenute, puoi rivalerti legalmente sull’azienda. È consigliato conservare tutta la documentazione e farti assistere da un professionista.
✅ Come faccio a sapere se il mio datore di lavoro sta pagando le rate della cessione?
Puoi richiedere un estratto conto alla finanziaria o controllare il documento di sintesi periodico. In alternativa, se hai dubbi, puoi contattare direttamente l’ente finanziatore per verificare che i versamenti siano regolari. È consigliabile fare questi controlli.


Conclusione

Il mancato versamento delle rate della cessione del quinto da parte del datore di lavoro è un problema serio che non deve ricadere sul dipendente. Chi si trova in questa situazione deve agire prontamente, documentare tutto e, se necessario, valutare l'assistenza di un legale o di un consulente specializzato.

Noi di Finimprest realizziamo articoli come questo per fare chiarezza su temi spesso poco trattati, aiutando i lavoratori e le famiglie a comprendere meglio il funzionamento della cessione del quinto.

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