Cessione del quinto con malattia o infortunio: si può fare?

Cessione del quinto con malattia o infortunio si può fare

 

Molti lavoratori ci contattano chiedendo: “Posso richiedere una cessione del quinto anche se sono in malattia o in infortunio?” La risposta non è un semplice sì o no.

Negli ultimi anni, il processo di valutazione per ottenere una cessione del quinto è diventato più rigoroso, anche in presenza di assenze brevi. Le compagnie assicurative e gli operatori del settore analizzano con maggiore attenzione lo stato di servizio, la situazione sanitaria e la stabilità del rapporto di lavoro prima di procedere.

Se il dipendente è in malattia, la compagnia vuole sapere se è rientrato, da quanto tempo, e se la patologia può influenzare il futuro. Questo non significa che la pratica verrà rifiutata, ma che serviranno documenti chiari e una buona istruttoria.

In questo articolo affrontiamo in modo dettagliato tutti gli aspetti da considerare e spieghiamo perché un consulente esperto può fare davvero la differenza.


📌 Il principio di base: devi essere in servizio

Il D.P.R. 180/1950, che regola la cessione del quinto, stabilisce che il prestito può essere concesso solo a chi è in attività di servizio.

Questo vale ancora oggi: un dipendente assente per malattia o infortunio è considerato non in servizio e quindi non cessionabile, a meno che non dimostri in modo inequivocabile di essere rientrato al lavoro.


✅ Si può iniziare la pratica di cessione del quinto durante la malattia o l'infortunio?

Sì. Anche se non è possibile finalizzare la pratica finché non si è formalmente rientrati in servizio, è possibile iniziare la raccolta dei documenti, analizzare la situazione e preparare la proposta.

Inoltre, le buste paga fanno riferimento al mese precedente, quindi è normale che una malattia già conclusa sia ancora visibile.


🔢 Cessione del quinto e durata della malattia: cosa aspettarsi in base ai giorni di assenza

Non tutte le assenze per malattia o infortunio hanno lo stesso peso nella valutazione della cessione del quinto. Le compagnie assicurative ragionano per soglie, e a ciascuna fascia possono corrispondere documentazioni diverse:

 

🔹 Fino a 8–10 giorni di malattia o infortunio

In genere, non ci sono grandi ostacoli se:

  • Il cliente è già rientrato in servizio,
  • La documentazione fornita è chiara e coerente,
  • La motivazione dell’assenza non riguarda patologie gravi.

📑 Come dimostrare il rientro al lavoro? Con uno dei seguenti documenti:

  • Una dichiarazione del datore di lavoro sul rientro effettivo (la richiediamo noi direttamente all’azienda),
  • Una stampata delle presenze (dal portale dipendenti, se disponibile),
  • Una busta paga con calendario presenze, utile solo se non risulta malattia nell’ultimo giorno del mese.
 

🔹 Tra 10 e 20 giorni di malattia o infortunio

In genere, non ci sono grandi ostacoli se:

  • Il cliente è già rientrato in servizio,
  • La documentazione fornita è chiara e coerente,
  • La motivazione dell’assenza non riguarda patologie gravi.

📑 Come dimostrare il rientro al lavoro? Con uno dei seguenti documenti:

  • Una dichiarazione del datore di lavoro sul rientro effettivo (la richiediamo noi direttamente all’azienda),
  • Una stampata delle presenze (dal portale dipendenti, se disponibile),
  • Una busta paga con calendario presenze, utile solo se non risulta malattia nell’ultimo giorno del mese.

Inoltre:

  • Copia del certificato telematico di malattia con patologia in chiaro (richiedibile al medico curante o scaricabile dal proprio Fascicolo Sanitario Elettronico tramite credenziali, SPID o CIE),
  • Potrebbe essere richiesta la documentazione medica riguardante la patologia.
 

🔹 Oltre 20 giorni di malattia o infortunio

In genere, non ci sono grandi ostacoli se:

  • Il cliente è già rientrato in servizio,
  • La documentazione fornita è chiara e coerente,
  • La motivazione dell’assenza non riguarda patologie gravi.

📑 Come dimostrare il rientro al lavoro? Con uno dei seguenti documenti:

  • Una dichiarazione del datore di lavoro sul rientro effettivo (la richiediamo noi direttamente all’azienda),
  • Una stampata delle presenze (dal portale dipendenti, se disponibile),
  • Una busta paga con calendario presenze, utile solo se non risulta malattia nell’ultimo giorno del mese.

Inoltre:

  • Copia del certificato telematico di malattia con patologia in chiaro (richiedibile al medico curante o scaricabile dal proprio Fascicolo Sanitario Elettronico tramite credenziali, SPID o CIE),
  • Potrebbe essere richiesta la documentazione medica riguardante la patologia,
  • Potrebbe essere richiesto un QA (Questionario Anamnestico) compilato direttamente dal cliente, oppure un RVM (Rapporto di Visita Medica) redatto dal medico curante.

📑 Attenzione a:

  • Ogni compagnia ha il proprio modulo QA o RVM: non sono intercambiabili,
  • Il medico può richiedere 50–80 euro per la compilazione del RVM,
  • Alcuni RVM sono molto dettagliati e possono comportare richiesta di esami clinici (es. sangue, urine, visite specialistiche).

🎯 In tutti i casi, un consulente esperto saprà consigliare quando conviene procedere e quando è meglio attendere per evitare problemi inutili.

Ogni compagnia ha criteri diversi. Le soglie di cui abbiamo parlato (8, 10, 20 giorni) sono orientative. Ma ogni compagnia assicurativa ha regole proprie, moduli specifici, e diversi livelli di tolleranza rispetto a patologie, settore lavorativo e durata dell’assenza.

Proprio per questo serve un’istruttoria fatta bene fin dall’inizio e un consulente che sappia quale strada intraprendere in base alla compagnia coinvolta.


🧰 Perché servono più controlli rispetto a un prestito personale

Nel prestito personale, se il cliente omette informazioni rilevanti o dichiara il falso, la polizza facoltativa potrebbe non coprire il sinistro, e la banca può rivalersi sugli eredi.

Nella cessione del quinto, invece, la copertura assicurativa è obbligatoria. Se concessa, la compagnia non può revocarla, e nemmeno la banca può chiedere il debito agli eredi in caso di decesso.

Per questo motivo, le compagnie valutano ogni dettaglio con attenzione, richiedono documentazione precisa e preferiscono respingere pratiche dubbie piuttosto che accollarsi rischi non voluti.

📌 Nella CQS, l’assicurazione è il fulcro del sistema. E tutto parte da un’istruttoria ben fatta.


🧠 Strategia, trasparenza e consulenza: il segreto di una pratica approvata

Una pratica di cessione del quinto può andare a buon fine anche in presenza di malattia o infortunio, ma serve esperienza e preparazione da parte del consulente, e trasparenza e collaborazione da parte del cliente.

Un consulente esperto:

  • Sa qual è il momento giusto per procedere,
  • Conosce i documenti richiesti,
  • Sa interpretare i criteri delle compagnie,
  • Valuta con strategia la situazione del cliente.

Ma può farlo solo se è messo nelle condizioni di capire bene la situazione del cliente.

Invece:

  • ❌ Un approccio “fai da te”,
  • ⚠️ Una comunicazione parziale o poco chiara al proprio consulente,
  • ❌ O un consulente inesperto.

Possono portare al rifiuto della pratica da parte della compagnia assicurativa.

E quando un rifiuto avviene per motivazioni sanitarie, l’impatto è serio: quella compagnia, e tutte le altre gestite dallo stesso broker, potrebbero non rivalutare più il cliente in futuro.

📌 Noi siamo qui per guidare, semplificare e risolvere. E se chi ci contatta è pronto a collaborare in modo trasparente, il risultato arriva. Noi siamo qui per ottenere il meglio, insieme.

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Domande frequenti sulla cessione del quinto in caso di malattia o infortunio

Posso chiedere una cessione del quinto se sono in malattia?
Dipende. La cessione può essere concessa solo se sei formalmente in servizio. Se sei ancora assente, la pratica può iniziare ma sarà completata solo dopo il rientro.
È possibile fare una cessione del quinto durante un infortunio sul lavoro?
Sì, ma valgono le stesse regole della malattia. Serve dimostrare il rientro e fornire documentazione chiara.
Quanti giorni di malattia posso avere senza problemi?
Fino a 8–10 giorni non ci sono ostacoli, se sei rientrato. Oltre i 10 giorni possono essere richiesti certificati medici e, in alcuni casi, un questionario anamnestico o un rapporto medico.
Quali documenti servono per dimostrare che sono rientrato al lavoro?
Una dichiarazione del datore di lavoro (che possiamo richiedere noi), una stampata delle presenze o una busta paga con calendario aggiornato.
Se la compagnia rifiuta la pratica per motivi sanitari, posso ripresentarla?
In molti casi no. Il rifiuto può valere anche per altre compagnie gestite dallo stesso broker. Serve attenzione fin dall'inizio.


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