Cos'è il certificato di stipendio?
Il certificato di stipendio, detto anche certificazione stipendiale, è un documento redatto dal datore di lavoro che riporta informazioni fondamentali sulla posizione lavorativa del dipendente. Tra le informazioni sempre presenti troviamo:
- Tipo di contratto e data di assunzione
- Stipendio lordo e netto
- TFR maturato
- Eventuali trattenute in corso
- Dati aziendali completi
Oltre a questi dati, il certificato può includere molte altre informazioni rilevanti, a seconda del caso specifico e delle esigenze dell'istituto di credito. Ad esempio: numero di dipendenti in azienda, capitale sociale, presenza di pignoramenti, disponibilità a rilasciare benestare, accettazione della delega, posizione del TFR (in azienda, INPS o fondo pensione), assenza di provvedimenti disciplinari, modalità di pagamento, ecc.
Questo documento è richiesto da banche e finanziarie per istruire pratiche di cessione del quinto, non solo per valutare la sostenibilità del finanziamento in rapporto al reddito del richiedente, ma anche per accertare se il dipendente possiede i requisiti previsti:
- dalla normativa di riferimento
- dall'istituto di credito che eroga il finanziamento
- dalla compagnia assicurativa che deve garantire l'operazione
I certificati di stipendio attuali non sono più dei semplici documenti di poche righe come accadeva 10-15 anni fa. Nel tempo la situazione si è evoluta e resa più articolata, e oggi questi certificati contengono una grande varietà di informazioni tecniche indispensabili per la corretta istruttoria di una pratica di cessione.
Oltre a determinare la sostenibilità economica della rata, il certificato consente di verificare la presenza di trattenute già in corso (come pignoramenti, cessioni, deleghe o prestiti aziendali) e quindi calcolare la quota cedibile residua nel rispetto dei limiti di legge.
Validità: Il certificato di stipendio ha una validità di 90 giorni dalla data di rilascio. Trascorso questo termine, è necessario richiederne uno aggiornato.
Infine, per essere considerato valido, il certificato deve riportare dati di contatto ufficiali dell’azienda, come l’indirizzo PEC. Questo ne garantisce la riconducibilità diretta al datore di lavoro e consente all’istituto di credito di verificarne l’autenticità.
Documenti necessari per richiedere il certificato
Quanto tempo ci vuole per ottenere un certificato di stipendio?
I tempi di rilascio del certificato di stipendio variano sensibilmente da azienda ad azienda. Alcune lo rilasciano in un giorno, altre possono impiegare 10 o 15 giorni, in base a come sono organizzate, alla mole di lavoro e a chi è incaricato della compilazione.
In certi casi, la gestione è affidata a studi esterni o a consulenti che operano con cadenze settimanali o mensili. Le aziende pubbliche, in particolare, seguono protocolli interni ben precisi.
Un fattore spesso sottovalutato è la firma del certificato: deve essere apposta da chi ha potere di firma all’interno dell’ente o dell’azienda, e questa persona potrebbe non essere sempre presente (per ferie, missioni, trasferte, ecc.). In questi casi, i tempi si allungano ulteriormente.
Se il dipendente ha un buon rapporto con l’ufficio del personale, può provare a chiedere che il documento venga redatto con urgenza. Tuttavia, è un’opzione da valutare con attenzione: se i rapporti non sono così distesi come si pensa, il rischio è di ottenere l’effetto opposto, rallentando ulteriormente il processo.
Perché l’istituto di credito possa richiedere direttamente il certificato di stipendio all’azienda, è necessario che il dipendente firmi un’apposita delega. Questa deve essere accompagnata da una copia del documento di identità in corso di validità.
Solo con questa documentazione l’istituto può inoltrare la richiesta nel rispetto delle normative sulla privacy e con la garanzia della tracciabilità.
È obbligatorio rilasciare il certificato di stipendio?
Sì, il certificato di stipendio è previsto dal Decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1950, n. 180, e in particolare dal suo Regolamento attuativo, il DPR 28 luglio 1950, n. 895. L'art. 2 di quest'ultimo stabilisce che il datore di lavoro è tenuto a fornire tutte le informazioni necessarie per l'esecuzione della cessione, comprese quelle contenute nel certificato di stipendio.
Tuttavia, in caso di rifiuto, sarà il dipendente a dover valutare se e come far valere i propri diritti. Il rilascio non è soggetto a discrezionalità, ma nella pratica non tutte le aziende collaborano.
È possibile ottenere un preventivo senza certificato di stipendio?
Assolutamente sì. Salvo casi particolari (ad esempio documentazione fornita incompleta o incongruente), è sempre possibile ottenere un preventivo anche senza certificato di stipendio. Un agente esperto saprà come analizzare i documenti disponibili (buste paga, CUD, ecc.) e le informazioni fornite dal dipendente per fornire una simulazione attendibile.
Questa è una delle principali differenze tra un agente esperto e uno meno preparato: mentre un professionista esperto riesce a costruire un preventivo realistico e utile anche senza il certificato, un agente inesperto può basarsi esclusivamente sul documento per supplire alle proprie lacune, oppure utilizzare la richiesta del certificato come stratagemma per vincolare il dipendente e scoraggiarlo dal rivolgersi altrove.
Inoltre, è bene sapere che alcune aziende, soprattutto pubbliche, non rilasciano più di un certificato ogni 90 giorni, e spesso il documento è nominativo e valido solo per l’istituto che lo ha richiesto. Questo significa che se un dipendente fa richiesta solo per ottenere un preventivo e poi cambia idea, potrebbe dover attendere mesi prima di poter procedere con un’altra banca.
In alcuni casi più estremi, alcune aziende non accettano la notifica di una cessione da parte di un istituto diverso da quello a cui hanno rilasciato il certificato, rendendo di fatto vincolante quella prima richiesta.
Per questo motivo, è fondamentale sapere che non è necessario avere il certificato di stipendio solo per ottenere un preventivo: è sempre meglio parlarne prima con un consulente.
Anche se la tua azienda ha regole rigide sul rilascio del certificato, non rinunciare a valutare la tua situazione: esistono soluzioni alternative e strategie per ottenere comunque una simulazione realistica e precisa.
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Attestato di servizio o certificato di stipendio?
La domanda è lecita e la risposta non è univoca. Dipende dalla situazione specifica: un agente esperto può stabilire se un attestato di servizio è sufficiente oppure se è necessario richiedere il certificato completo.
Le differenze sono notevoli: il certificato di stipendio è più dettagliato, mentre l’attestato si limita a confermare l’impiego.
La scelta tra attestato e certificato dipende da variabili tecniche che solo un professionista esperto può valutare, analizzando la posizione lavorativa, eventuali vincoli in busta paga e i requisiti richiesti da banca e assicurazione.
Perché alcune aziende si rifiutano di rilasciare il certificato?
Nonostante l'obbligo previsto dal DPR n. 180, alcune aziende si rifiutano (fortunatamente sempre più raramente). Le motivazioni possono essere:
- Politiche aziendali restrittive, che limitano il rilascio per scelte interne
- Errori passati nella gestione delle trattenute, che portano a evitare nuove pratiche per timore di responsabilità
- Ostruzionismo verso il dipendente, in caso di rapporti deteriorati
- Scarsa conoscenza della normativa, soprattutto nelle piccole aziende
Alcune realtà rilasciano solo un semplice attestato di servizio e invitano le finanziarie a ricavare i dati dalle buste paga e dal CUD. Purtroppo questo non è sempre semplice: in questi casi, la collaborazione attiva del dipendente nel fornire documentazione completa e aggiornata è fondamentale per imbastire correttamente la pratica.
In altri casi, non rilasciano nulla. Anche in queste situazioni, un consulente esperto può comunque valutare se è possibile procedere con gli altri documenti disponibili.
Chi deve richiedere il certificato di stipendio?
La risposta è netta: non il dipendente. Ecco perché:
- Ogni istituto di credito ha un proprio modulo: se il dipendente presenta un modulo generico, potrebbe non essere accettato
- Gli istituti richiedono che il certificato arrivi direttamente dall’azienda (es. via PEC) per garantirne l’autenticità
- L’agente sa quali domande porre all’azienda, adattandole al singolo caso (tipo di contratto, assenze, trattenute, vincoli, ecc.)
- Se il documento è richiesto dal dipendente, l’istituto sarà comunque costretto a contattare l’azienda per ottenere le informazioni mancanti, allungando i tempi e aumentando il carico di lavoro per quest'ultima
Inoltre, un agente esperto non si limita a raccogliere il certificato: è fondamentale che ne verifichi la correttezza, la coerenza con la documentazione del dipendente e l’idoneità ai requisiti richiesti dalla banca e dalla compagnia assicurativa. Alcuni certificati, pur formalmente completi, possono contenere incongruenze o omissioni che rischiano di rallentare o bloccare la pratica.
Cosa cambia per i dipendenti pubblici e statali?
L’approfondimento qui presentato riguarda i dipendenti privati, parapubblici e pubblici. Per i dipendenti statali, la procedura è diversa e prevede l’ottenimento della certificazione stipendiale tramite portali dedicati come NOIPA.
Anche in questo caso, il supporto di un agente è fondamentale per gestire correttamente la richiesta e orientarsi tra i passaggi obbligatori.
Domande frequenti (FAQ)
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Ogni situazione è diversa. Se vuoi un preventivo preciso, se la tua azienda non rilascia il certificato o se non sai da dove iniziare, contattaci compilando questo modulo: ti aiuteremo a valutare se hai i requisiti per una cessione del quinto e ti guideremo passo dopo passo.